2-4 settembre 2019
MANDORLO
VISITE GUIDATE IN SPAGNA: SISTEMI INNOVATIVI DI
PRODUZIONE
tecniche di coltivazione, raccolta
meccanizzata, gestione del post-raccolta, smallatura,
lavorazione, essiccazione, selezione delle
mandorle e sgusciatura
a cura
dell’Agronomo Vito Vitelli
con la partecipazione di
Forte l’entusiasmo e
l’interesse manifestato dal gruppo dei partecipanti alla tre giorni sulla
mandorlicoltura in Spagna.
Il percorso si è articolato tra diverse tappe. La prima visita è stata dedicata ai mandorleti realizzati con i sistemi di
conduzione tradizionali in "asciutta", privi di impianto di irrigazione,
favoriti dalle precipitazioni piovose frequenti (Cordova - Andalusia), nel
periodo primaverile (marzo-aprile 120 mm) e in settembre-ottobre (100 mm).
Nonostante l’assenza degli impianti di irrigazione, per effetto della tessitura del terreno limo-argillosa, in grado di trattenere l’umidità nel
suolo, le rese di mandorle con guscio risultano intorno a 7-8 kg/pianta a partire dal quarto
anno per un investimento di 330 piante per ettaro (sesto 6mx6m). Le rese sono,
secondo i tecnici dell’azienda, destinate ad aumentare fino a 10-12 kg/pianta.
Alla visita dell’impianto
tradizionale ha fatto seguito la tappa sul sistema a densità superiore la cui
chioma è gestita con il metodo “Zaragoza”.
Il sistema di gestione "Zaragoza" messo a punto
alcuni anni fa nel territorio Saragozza (regione di Aragona nel Nord Est della Spagna) comincia
a diffondersi anche nel Sud, Andalusia, anche grazie alla attività di divulgazione del
tecnico Jordi Mor, promotore del metodo.
Jordi (in foto) parte dal presupposto che un sistema di gestione della chioma, di una pianta in generale e del mandorlo in particolare, debba essere di facile attuazione ed eseguibile a costi contenuti.
Il metodo, in sostanza, (VEDI APPROFONDIMENTI), si basa sulla costituzione di una chioma di forma
cespuglioso-cilindrica, posta su un tronco di 75-80 cm, ottenuta per sviluppo
di ramificazioni assurgenti generate da una serie (4-5) ripetuta di topping (tagli in
orizzontale della chioma) praticati nei primi 24-30 mesi di sviluppo
della pianta durante la fase vegetativa a una altezza crescente da 20 a 40 cm.
operazione meccanica di topping
Tagli verticali (solo 1-2 passaggi di edging durante il primo anno dal
trapianto) sono previsti per rinforzare le ramificazioni solo delle piante di
varietà a sviluppo espanso e con legno molto flessibile come “Guara” e “Tuono”.
Il sistema “Zaragoza” è anche detto della “minima potatura” perché dopo gli interventi meccanici di formazione, a partire dal quarto-quinto anno, seguiranno minimi interventi di potatura manuale da terra, aventi il solo obiettivo di realizzare leggere apertura all’interno della chioma e di sopprimere, attraverso raccorciamenti, i pochi rami laterale che tendono ad incrociare e/o a interferire con l’ingresso della luce.
video
Il tempo necessario per
eseguire la potatura di una pianta è di circa 4-6 minuti al massimo.
Occorre solo investire su una buona formazione del personale, attraverso corsi di breve durata e di facile accesso. (vedi corsi organizzati).
Occorre solo investire su una buona formazione del personale, attraverso corsi di breve durata e di facile accesso. (vedi corsi organizzati).
Il vantaggio del sistema
“Zaragoza” è il totale rispetto del portamento spontaneo della pianta che può esprimersi
liberamente producendo sulle ramificazioni a frutto (dardi e rami misti) senza
subire costrizioni di forma, come spesso accade nelle forme a parete le cui
dimensioni sono dettate dal tunnel di lavorazione delle macchine raccoglitrici.
raccoglitrice meccanica ad ombrello
Le densità di impianto possono
variare da 400-450 piante/ha (5,5 m x 4,5 m), media densità, se la raccolta
meccanizzata è affidata all’ombrello scuotitore, fino a 700-1000 piante/ha,
quindi alta densità, se la raccolta viene eseguita con scuotitori a braccio
abbinati a rete oppure a macchine spazzolatrici e
raccoglitrici dal suolo.
Sono in corso di validazione dei sistemi di raccolta
meccanizzata (sistema Tenias) con
macchine raccoglitrici a ciclo continuo che scuotono e raccolgono durante
l’avanzamento anche piante con un ingombro di oltre 2 metri di larghezza e 3,5 metri di altezza.
CLICCA I VIDEO
raccoglitrici dal suolo semoventi
I limiti del "Superintensivo" sono rappresentati dagli elevati costi di realizzazione (oltre 2.000 piante per
ettaro) e i costi aggiuntivo, da sostenere per gli interventi manuali di
potatura, da praticare, necessariamente, dopo alcuni anni, come integrazione
degli interventi meccanici, al fine di favorire il rinnovo interno della parete
che altrimenti andrebbe verso uno squilibrio di prevalenza di massa legnosa a svantaggio
delle ramificazioni a frutto.
Una tappa è stata prevista anche presso gli impianti di nuova costituzione gestiti con il metodo "Zaragoza".
Molto interessanti sono risultati gli incontri con i tecnici degli impianti di lavorazione ed essiccazione delle mandorle sia in aula che in campo.
Dopo la raccolta dal campo il prodotto giunge al centro di lavorazione, che può appartenere all’azienda mandorlicola, (se di grandi dimensioni),
Mandorleti di nuova costituzione in Andalusia
Molto interessanti sono risultati gli incontri con i tecnici degli impianti di lavorazione ed essiccazione delle mandorle sia in aula che in campo.
Dopo la raccolta dal campo il prodotto giunge al centro di lavorazione, che può appartenere all’azienda mandorlicola, (se di grandi dimensioni),
oppure ad una struttura di servizio (centro raccolta).
Il frutto in guscio e misto a malli, foglie, piccoli rami e se dovesse essere raccolta dal suolo si aggiungono anche terra e pietre.
Il frutto in guscio e misto a malli, foglie, piccoli rami e se dovesse essere raccolta dal suolo si aggiungono anche terra e pietre.
Il complesso di lavorazione (ASIGRAN) è
dotato di linee continue, sistemi di separatori a soffio, aspiratori, smallatori
cilindro-conica, dotati di pareti fessurate e di albero interno provvisto di
spazzole. La rotazione dell’albero provoca una frizione e il distacco meccanico
dei malli e la caduta degli stessi attraverso le fessure.
Le mandorle smallate arrivano
al terminale della camera conica direttamente fuori, pronte per essere
asciugate.
Gli esperti della fase di essiccazione (AGROTEC) hanno illustrato le nuove tecnologie adottate per essiccare le mandorle.
I sistemi descritti e oggetto di visita erano di due
tipologie.
Essiccatori a cilindro
orizzontale, le mandorle vengono investite da un flusso di aria mentre scendono
per caduta attraverso una intercapedine laterale di soli 40 cm munita di una
doppia parete forata. Le mandorle giunte in basso del cilindro rifanno il
percorso fino al raggiungimento della gradazione di umidità desiderata.
I generatori di aria calda posso essere di diverse tipologie a gasolio a gas oppure a guscio di mandorla a seconda delle esigenze.
il gruppo dei "Tenaci"
Ultimo giorno il gruppo, costituto dai più tenaci, si
è spostato ad Almeria a circa tre ore di macchina da Cordova, per visitare uno
stabilimento che rappresenta l’ultimo anello della filiera della mandorla e che
precede l’industria dolciaria.
Allo stabilimento le mandorle giungono già essiccate dai vari centri di produzione, e dopo essere sgusciate e nuovamente sottoposte ad essiccazione (percentuale di umidità intorno al 5%) possono seguire diversi percorsi quali la pelatura, la laminatura (taglio a fette) e la macinazione per ottenere le farine.
Per ulteriori informazioni:
Vito Vitelli (CO.VI.L.)
+39 339 25 11 629 - vitovitelli.blogspot.comAttività divulgativa organizzata in collaborazione con:
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