martedì 16 luglio 2019

MANDORLO VISITE GUIDATE IN ANDALUSIA - SPAGNA

2-4 settembre 2019
MANDORLO
VISITE GUIDATE IN SPAGNA: SISTEMI INNOVATIVI DI PRODUZIONE
tecniche di coltivazione, raccolta meccanizzata, gestione del post-raccolta, smallatura,
lavorazione, essiccazione, selezione delle mandorle e sgusciatura


a cura dell’Agronomo Vito Vitelli
con la partecipazione di

Jordi Mor Gaya - Esperto di mandorlicoltura

Forte l’entusiasmo e l’interesse manifestato dal gruppo dei partecipanti alla tre giorni  sulla mandorlicoltura in Spagna.



Il gruppo, eterogeneo per provenienza (Sud, Centro e Nord Italia) e per esperienze professionale e lavorative, era composto da imprenditori il cui obiettivo comune era acquisire informazioni e confrontarsi con nuove realtà produttive. 

Il percorso si è articolato tra diverse tappe. La prima visita è stata dedicata ai mandorleti realizzati con i sistemi di conduzione tradizionali in "asciutta", privi di impianto di irrigazione, favoriti dalle precipitazioni piovose frequenti (Cordova - Andalusia), nel periodo primaverile (marzo-aprile 120 mm) e in settembre-ottobre (100 mm). 

Nonostante l’assenza degli impianti di irrigazione, per effetto della tessitura del terreno limo-argillosa, in grado di trattenere l’umidità nel suolo, le rese di mandorle con guscio risultano intorno a 7-8 kg/pianta a partire dal quarto anno per un investimento di 330 piante per ettaro (sesto 6mx6m). Le rese sono, secondo i tecnici dell’azienda, destinate ad aumentare fino a 10-12 kg/pianta.
Alla visita dell’impianto tradizionale ha fatto seguito la tappa sul sistema a densità superiore la cui chioma è gestita con il metodo “Zaragoza”.


Il sistema di gestione "Zaragoza" messo a punto alcuni anni fa nel territorio Saragozza (regione di Aragona nel Nord Est della Spagna) comincia a diffondersi anche nel Sud, Andalusia, anche grazie alla attività di divulgazione del tecnico Jordi Mor, promotore del metodo.


Jordi (in foto) parte dal presupposto che un sistema di gestione della chioma, di una pianta in generale e del mandorlo in particolare, debba essere di facile attuazione ed eseguibile a costi contenuti.


Il metodo, in sostanza, (VEDI APPROFONDIMENTI), si basa sulla costituzione di una chioma di forma cespuglioso-cilindrica, posta su un tronco di 75-80 cm, ottenuta per sviluppo di ramificazioni assurgenti generate da una serie (4-5) ripetuta di topping (tagli in orizzontale della chioma) praticati nei primi 24-30 mesi di sviluppo della pianta durante la fase vegetativa a una altezza crescente da 20 a 40 cm.
operazione meccanica di topping

Tagli verticali (solo 1-2 passaggi di edging durante il primo anno dal trapianto) sono previsti per rinforzare le ramificazioni solo delle piante di varietà a sviluppo espanso e con legno molto flessibile come “Guara” e “Tuono”.

Il sistema “Zaragoza” è anche detto della “minima potatura” perché dopo gli interventi meccanici di formazione, a partire dal quarto-quinto anno, seguiranno minimi interventi di potatura manuale da terra, aventi il solo obiettivo di realizzare leggere apertura all’interno della chioma e di sopprimere, attraverso raccorciamenti, i pochi rami laterale che tendono ad incrociare e/o a interferire con l’ingresso della luce.

video

Il tempo necessario per eseguire la potatura di una pianta è di circa 4-6 minuti al massimo.

Occorre solo investire su una buona formazione del personale, attraverso corsi di breve durata e di facile accesso. (vedi corsi organizzati).
Il vantaggio del sistema “Zaragoza” è il totale rispetto del portamento spontaneo della pianta che può esprimersi liberamente producendo sulle ramificazioni a frutto (dardi e rami misti) senza subire costrizioni di forma, come spesso accade nelle forme a parete le cui dimensioni sono dettate dal tunnel di lavorazione delle macchine raccoglitrici.
raccoglitrice meccanica ad ombrello

Le densità di impianto possono variare da 400-450 piante/ha (5,5 m x 4,5 m), media densità, se la raccolta meccanizzata è affidata all’ombrello scuotitore, fino a 700-1000 piante/ha, quindi alta densità, se la raccolta viene eseguita con scuotitori a braccio abbinati a rete oppure a macchine spazzolatrici e raccoglitrici dal suolo. 
Sono in corso di validazione dei sistemi di raccolta meccanizzata (sistema Tenias) con macchine raccoglitrici a ciclo continuo che scuotono e raccolgono durante l’avanzamento anche piante con un ingombro di oltre 2 metri di larghezza e 3,5 metri di altezza.
CLICCA I VIDEO

raccoglitrici dal suolo semoventi

Il sistema “Zaragoza” ha l’obiettivo di dare delle risposte alternative ai cosiddetti sistemi “Super Intensivi”, anch'essi oggetto di osservazione durante le visite in Spagna.




I limiti del "Superintensivo" sono rappresentati dagli elevati costi di realizzazione (oltre 2.000 piante per ettaro) e i costi aggiuntivo, da sostenere per gli interventi manuali di potatura, da praticare, necessariamente, dopo alcuni anni, come integrazione degli interventi meccanici, al fine di favorire il rinnovo interno della parete che altrimenti andrebbe verso uno squilibrio di prevalenza di massa legnosa a svantaggio delle ramificazioni a frutto.

Una tappa è stata prevista anche presso gli impianti di nuova costituzione gestiti con il metodo "Zaragoza".
Mandorleti di nuova costituzione in Andalusia

Molto interessanti sono risultati gli incontri con i tecnici degli impianti di lavorazione ed essiccazione delle mandorle sia in aula che in campo.

Dopo la raccolta dal campo il prodotto giunge al centro di lavorazione, che può appartenere all’azienda mandorlicola, (se di grandi dimensioni), 

oppure ad una struttura di servizio (centro raccolta).

Il frutto in guscio e misto a malli, foglie, piccoli rami e se dovesse essere raccolta dal suolo si aggiungono anche terra e pietre.
Azienda mandorlicola "Casablanca"
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Il complesso di lavorazione (ASIGRAN) è dotato di linee continue, sistemi di separatori a soffio, aspiratori, smallatori cilindro-conica, dotati di pareti fessurate e di albero interno provvisto di spazzole. La rotazione dell’albero provoca una frizione e il distacco meccanico dei malli e la caduta degli stessi attraverso le fessure. 
Azienda di servizi "Fuente della Palmera"
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Le mandorle smallate arrivano al terminale della camera conica direttamente fuori, pronte per essere asciugate.

Gli esperti della fase di essiccazione (AGROTEC) hanno illustrato le nuove tecnologie adottate per essiccare le mandorle.


L’essiccazione è un processo necessario, da eseguire entro le 24-48 ore dopo la raccolta, per evitare i processi fermentativi che andrebbero ad alterare il gusto del frutto. Tale operazione consiste nell’utilizzare soffi di aria calda ad una temperatura intorno ai 50 oC, affinchè il prodotto raggiunga una temperatura di 42-45 oC, al fine di ridurre il grado di umidità del frutto in guscio da 16-18% al 6-7%, necessario per conservare la mandorla in silos di stoccaggio anche per 24 mesi.
I sistemi descritti e oggetto di visita erano di due tipologie.
Essiccatori a cilindro orizzontale
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Essiccatori a cilindro orizzontale, le mandorle vengono investite da un flusso di aria mentre scendono per caduta attraverso una intercapedine laterale di soli 40 cm munita di una doppia parete forata. Le mandorle giunte in basso del cilindro rifanno il percorso fino al raggiungimento della gradazione di umidità desiderata.

Essiccatori a nastro continuo
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Negli essiccatori a nastro continuo le mandorle avanzano a monostrato su fasce forate attraversate da un flusso di aria calda a circa 50 oC per arrivare ad una temperatura di essiccazione del frutto intorno a 40-45 oC. Nell’ultimo tratto il circuito ha un sistema di raffreddamento per riportare le mandorle a temperatura ambiente. La velocità del flusso e la resa di lavorazione, a ciclo continuo dipenderà dall’umidità iniziale della mandorla.

I generatori di aria calda posso essere di diverse tipologie a gasolio a gas oppure a guscio di mandorla a seconda delle esigenze.


il gruppo dei "Tenaci"

Ultimo giorno il gruppo, costituto dai più tenaci, si è spostato ad Almeria a circa tre ore di macchina da Cordova, per visitare uno stabilimento che rappresenta l’ultimo anello della filiera della mandorla e che precede l’industria dolciaria.

Allo stabilimento le mandorle giungono già essiccate dai vari centri di produzione, e dopo essere sgusciate e nuovamente sottoposte ad essiccazione (percentuale di umidità intorno al 5%) possono seguire diversi percorsi quali la pelatura, la laminatura (taglio a fette) e la macinazione per ottenere le farine.


Per ulteriori informazioni:
Vito Vitelli (CO.VI.L.)  +39 339 25 11 629 - vitovitelli.blogspot.com

Attività divulgativa organizzata in collaborazione con:

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