Sono laureato in Scienze Agrarie, con 110 e lode, ed esercito la libera professione di Agronomo da oltre 25 anni. Sono direttore del Consorzio Vivaisti Lucani (CO.VI.L.) e consulente tecnico di numerose aziende ad indirizzo frutticolo, agrumicolo e olivicolo in Italia e all'estero. In collaborazione con il CO.VI.L. e altri Partner, promuovo sistemi innovativi di produzione attraverso il web e giornate studio.
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Nei
Paesi dell’emisfero australe, in pieno inverno, a partire da fine giugno, inizia
la raccolta del Valley Gold®, un mandarino ibrido a maturazione tardiva.
Il
periodo di raccolta si protrae fino agli inizi di agosto, l’equivalente del mese
di febbraio dell’emisfero boreale.
mandarino Valley Gold® - Visita in Sudafrica
Molto
interessante l’esperienza delle visite guidate agli impianti di Valley Gold® in
Sudafrica, collocati nelle aree agrumicole nel Sud-Est del Paese, sulla costa
dell’Oceano Indiano.
A guidare le visite Piet Van Rensburg e J.P. Barnard, della società sudafricanaCITRICOM IP specializzata
nella gestione dei brevetti di varietà di agrumi di diversa provenienza.
In Sudafrica si possono osservare impianti
di Valley Gold® di oltre 25 anni, tra i più vecchi del mondo, ancora in pieno
vigore e produttività. Gli agrumicoltori sudafricani sono soddisfatti dei
risultati produttivi e commerciali.
La polpa è compatta, la pezzatura
uniforme e diametro varia tra i 55 e i 75 mm. Molto interessante ed equilibrato il
rapporto tra gli acidi e gli zuccheri. La pianta è molto produttiva.
A fine giugno (fine dicembre nell’emisfero
Nord) i frutti raggiungono un grado zuccherino tra i 12-13 gradi Brix.
Gli zuccheri possono raggiungere anche valori di 16-18 gradi Brix, sui frutti raccolti a fine luglio inizio agosto (gennaio-febbraio emisfero settentrionale) senza nessuna compromissione della qualità della buccia e della compattezza
della polpa.
video in campo
Il livello di acidità parte da
1,3-1,4% per poi scendere e fermarsi all'1,0 %. Questo aspetto è molto importante
ai fini della giusta armonia tra gli zuccheri e gli acidi.
Il viaggio in Sudafrica del 2019 è
stato preceduto dalla visita dei rappresentanti della CITRICOM, in Basilicata, nell’estate del 2018.
Piet Van Rensburg, (in foto
a sinistra), ha apprezzato molto l’ottimo livello
organizzativo dei vivai del CO.VI.L., oltre all’affidabilità in termini di certificazione
fitosanitaria e varietale delle produzioni.
Valley Gold è un
ibrido protetto da brevetto registrato in EU con PBR ARCCIT1615 e moltiplicato
dai Vivai del COVIL, in esclusiva per l'Italia, su licenza CITRICOM Limited.
L'8 gennaio 2020, al fine di
mostrare la bontà e la qualità di questa varietà, il CO.VI.L. organizzerà una visita guidata presso gli impianti di Valley Gold in Spagna. CLICCA FOTO 1 CLICCA FOTO 2
Attività divulgative organizzate in collaborazione con:
Forte l’entusiasmo e
l’interesse manifestato dal gruppo dei partecipanti alla tre giorni sulla
mandorlicoltura in Spagna.
Il gruppo, eterogeneo per
provenienza (Sud, Centro e Nord Italia) e per esperienze professionale e lavorative, era
composto da imprenditori il cui obiettivo comune era acquisire informazioni econfrontarsi con nuove realtà produttive.
Il percorso si è articolato tra diverse tappe. La prima visita è stata dedicata ai mandorleti realizzati con i sistemi di
conduzione tradizionali in "asciutta", privi di impianto di irrigazione,
favoriti dalle precipitazioni piovose frequenti (Cordova - Andalusia), nel
periodo primaverile (marzo-aprile 120 mm) e in settembre-ottobre (100 mm).
Nonostante l’assenza degli impianti di irrigazione, per effetto della tessitura del terreno limo-argillosa, in grado di trattenere l’umidità nel
suolo, le rese di mandorle con guscio risultano intorno a 7-8 kg/pianta a partire dal quarto
anno per un investimento di 330 piante per ettaro (sesto 6mx6m). Le rese sono,
secondo i tecnici dell’azienda, destinate ad aumentare fino a 10-12 kg/pianta.
Alla visita dell’impianto
tradizionale ha fatto seguito la tappa sul sistema a densità superiore la cui
chioma è gestita con il metodo “Zaragoza”.
Il sistema di gestione "Zaragoza" messo a punto
alcuni anni fa nel territorio Saragozza (regione di Aragona nel Nord Est della Spagna) comincia
a diffondersi anche nel Sud, Andalusia, anche grazie alla attività di divulgazione del
tecnico Jordi Mor, promotore del metodo.
Jordi (in foto) parte dal presuppostoche
un sistema di gestione della chioma, di una pianta in generale e del mandorlo in particolare, debba essere di facile attuazione ed eseguibile a costi
contenuti.
Il metodo, in sostanza, (VEDI APPROFONDIMENTI), si basa sulla costituzione di una chioma di forma
cespuglioso-cilindrica, posta su un tronco di 75-80 cm, ottenuta per sviluppo
di ramificazioni assurgenti generate da una serie (4-5) ripetuta di topping(tagli in
orizzontale della chioma) praticati nei primi 24-30 mesi di sviluppo
della pianta durante la fase vegetativa a una altezza crescente da 20 a 40 cm.
operazione meccanica di topping
Tagli verticali (solo 1-2 passaggi di edging durante il primo anno dal
trapianto) sono previsti per rinforzare le ramificazioni solo delle piante di
varietà a sviluppo espanso e con legno molto flessibile come “Guara” e “Tuono”.
Il sistema “Zaragoza” è anche
detto della “minima potatura” perché dopo gli interventi meccanici di
formazione, a partire dal quarto-quinto anno, seguiranno minimi interventi di potatura manuale da terra, aventi il solo obiettivo di realizzare leggere apertura
all’interno della chioma e di sopprimere, attraverso raccorciamenti, i pochi
rami laterale che tendono ad incrociare e/o a interferire con l’ingresso della
luce.
video
Il tempo necessario per
eseguire la potatura di una pianta è di circa 4-6 minuti al massimo. Occorre solo investire
su una buona formazione del personale, attraverso corsi di breve durata e di facile accesso. (vedi corsi organizzati).
Il vantaggio del sistema
“Zaragoza” è il totale rispetto del portamento spontaneo della pianta che può esprimersi
liberamente producendo sulle ramificazioni a frutto (dardi e rami misti) senza
subire costrizioni di forma, come spesso accade nelle forme a parete le cui
dimensioni sono dettate dal tunnel di lavorazione delle macchine raccoglitrici.
raccoglitrice meccanica ad ombrello
Le densità di impianto possono
variare da 400-450 piante/ha (5,5 m x 4,5 m), media densità, se la raccolta
meccanizzata è affidata all’ombrello scuotitore, fino a 700-1000 piante/ha,
quindi alta densità, se la raccolta viene eseguita con scuotitori a braccio
abbinati a rete oppure a macchine spazzolatrici e
raccoglitrici dal suolo.
Sono in corso di validazione dei sistemi di raccolta
meccanizzata (sistema Tenias) con
macchine raccoglitrici a ciclo continuo che scuotono e raccolgono durante
l’avanzamento anche piante con un ingombro di oltre 2 metri di larghezza e 3,5 metri di altezza.
CLICCA I VIDEO
raccoglitrici dal suolo semoventi
Il sistema “Zaragoza” ha
l’obiettivo di dare delle risposte alternative ai cosiddetti sistemi “Super
Intensivi”, anch'essi oggetto di osservazione durante le visite in Spagna.
I limiti del "Superintensivo" sono rappresentati dagli elevati costi di realizzazione (oltre 2.000 piante per
ettaro) e i costi aggiuntivo, da sostenere per gli interventi manuali di
potatura, da praticare, necessariamente, dopo alcuni anni, come integrazione
degli interventi meccanici, al fine di favorire il rinnovo interno della parete
che altrimenti andrebbe verso uno squilibrio di prevalenza di massa legnosa a svantaggio
delle ramificazioni a frutto.
Una tappa è stata prevista anche presso gli impianti di nuova costituzione gestiti con il metodo "Zaragoza".
Dopo la raccolta dal campo il prodotto giunge al centro di lavorazione, che
può appartenere all’azienda mandorlicola, (se di grandi dimensioni),
oppure ad una struttura di servizio (centro raccolta). Il frutto in guscio e misto a malli,
foglie, piccoli rami e se dovesse essere raccolta dal suolo si aggiungono anche
terra e pietre.
Il complesso di lavorazione (ASIGRAN) è
dotato di linee continue, sistemi di separatori a soffio, aspiratori, smallatori
cilindro-conica, dotati di pareti fessurate e di albero interno provvisto di
spazzole. La rotazione dell’albero provoca una frizione e il distacco meccanico
dei malli e la caduta degli stessi attraverso le fessure.
Le mandorle smallate arrivano
al terminale della camera conica direttamente fuori, pronte per essere
asciugate.
Gli esperti della fase di essiccazione (AGROTEC) hanno illustrato le
nuove tecnologie adottate per essiccare le mandorle.
L’essiccazione è un processo necessario, da eseguire entro
le 24-48 ore dopo la raccolta, per evitare i processi fermentativi che
andrebbero ad alterare il gusto del frutto. Tale operazione consiste
nell’utilizzare soffi di aria calda ad una temperatura intorno ai 50 oC,
affinchè il prodotto raggiunga una temperatura di 42-45 oC, al fine
di ridurre il grado di umidità del frutto in guscio da 16-18% al 6-7%,
necessario per conservare la mandorla in silos di stoccaggio anche per 24 mesi.
I sistemi descritti e oggetto di visita erano di due
tipologie.
Essiccatori a cilindro
orizzontale, le mandorle vengono investite da un flusso di aria mentre scendono
per caduta attraverso una intercapedine laterale di soli 40 cm munita di una
doppia parete forata. Le mandorle giunte in basso del cilindro rifanno il
percorso fino al raggiungimento della gradazione di umidità desiderata.
Negli essiccatori a nastro continuo le mandorle
avanzano a monostrato su fasce forate attraversate da un flusso di aria calda a
circa 50 oC per arrivare ad una temperatura di essiccazione del frutto intorno a 40-45 oC. Nell’ultimo tratto
il circuito ha un sistema di raffreddamento per riportare le mandorle a
temperatura ambiente. La velocità del flusso e la resa di lavorazione, a ciclo
continuo dipenderà dall’umidità iniziale della mandorla.
I generatori di aria calda posso essere di diverse
tipologie a gasolio a gas oppure a guscio di mandorla a seconda delle esigenze.
il gruppo dei "Tenaci"
Ultimo giorno il gruppo, costituto dai più tenaci, si
è spostato ad Almeria a circa tre ore di macchina da Cordova, per visitare uno
stabilimento che rappresenta l’ultimo anello della filiera della mandorla e che
precede l’industria dolciaria.
Allo stabilimento le mandorle giungono già essiccate dai
vari centri di produzione, e dopo essere sgusciate e nuovamente sottoposte ad
essiccazione (percentuale di umidità intorno al 5%) possono seguire diversi
percorsi quali la pelatura, la laminatura (taglio a fette) e la macinazione per
ottenere le farine.