lunedì 23 maggio 2022

Pericoltura nel Sud Italia: i commenti di chi ci ha investito

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Il ricambio generazionale che pare verificarsi in agricoltura sta comportando non solo uno stravolgimento nella scelta delle coltivazioni, ma anche una maggiore attenzione verso tecniche agronomiche più moderne, capaci di ridurre i costi, semplificare le operazioni agronomiche e garantire elevati standard qualitativi delle produzioni.


Pereto a Castronovo di Sicilia (Palermo). In foto Bruno e Fabio Di Marco.

Ad esempio, in alcune regioni del Sud, per quanto riguarda la pericoltura, si sta diffondendo la tecnica dell'impianto super intensivo a parete verticale, che vede l'agronomo Vito Vitelli in veste di uno dei principali promotori di questo innovativo modello di gestione, guardato con interesse soprattutto tra le file della nuova generazione di frutticoltori . Ne abbiamo parlato con alcuni agricoltori della Campania e della Sicilia, i quali, oltre ad aver deciso di coltivare pere, hanno anche abbandonato l'idea di farlo attraverso il modello dell'impianto tradizionale, meglio noto come a volume o vasetto.

Pereto a Teano (Caserta). In foto Rosario e Antonio Cipolletta.

Dalla provincia di Caserta, i due fratelli Rosario e Antonio Cipolletta ci spiegano: "Investire in pericoltura sì, ma con un approccio più moderno. Sono circa 6 gli ettari attualmente investiti a pero e suddivisi in 2 varietà: Coscia e Abate. Superfici che tenderanno ad aumentare nei prossimi anni. Impianti giovani, non ancora tutti in produzione, che da 3 anni ci stanno regalando belle soddisfazioni economiche, con quotazioni intorno a 0,90-1 €/kg. Rispetto alle pesche, che con fatica riuscivamo a vendere a 0,25 €/kg tanto da decidere di estirpare i miei 14 ettari, per la pericoltura invece notiamo un interesse crescente da parte dei commercianti, anche dovuto alle problematiche che continuano a verificarsi nelle regioni del Nord Italia".

Pere Coscia e pere Abate

"La pera Coscia viene raccolta a luglio, mentre l'Abate a partire da fine agosto. I nostri pereti verticali sono stati realizzati con un sesto d'impianto di 0,65x3,50 m. Al momento hanno raggiunto un'altezza di oltre 3 metri. Su ogni pianta crescono 120-130 frutti di un peso medio di 100 g. La raccolta, come anche la potatura, viene effettuata con un carro sollevatore, capace di portare fino a 4 persone, in modo da velocizzare le operazioni. Sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti e di come si presenta il prodotto. Infatti, le piante poste in verticale permettono di intercettare al meglio la luce e di ottenere frutti più attraenti dal punto di vista della colorazione".

Dalla provincia di Palermo, abbiamo invece interpellato Bruno e Fabio Di Marco, due fratelli che lavorano nell'officina metalmeccanica di famiglia, ma entrambi appassionati di agricoltura. Sono stati tra i primi, nell'areale di Castronovo di Sicilia, a voler introdurre la tecnica del pereto super intensivo. La loro è una storia diversa, in quanto, dopo aver realizzato un impianto tradizionale (con sesto d'impianto di 4x2,5 m), hanno deciso di estirpare le piante e ritrapiantarle con il metodo moderno. "In totale abbiamo 4mila piante di pero Coscia, impiantate circa un anno fa. Gli alberelli stanno rispondendo molto bene, ora hanno raggiunto un'altezza di 2,5 m, tanto da costringerci ad acquistare in anticipo un carro di raccolta per la gestione delle operazioni colturali, evitando di dover utilizzare scale, le quali, oltre a risultare pericolose, possono danneggiare le pareti. Prima di improvvisarsi esperti, consiglio i miei colleghi di affidarsi a dei professionisti, non solo per evitare di perdere tempo, ma soprattutto soldi".