Sono laureato in Scienze Agrarie, con 110 e lode, ed esercito la libera professione di Agronomo da oltre 25 anni. Sono direttore del Consorzio Vivaisti Lucani (CO.VI.L.) e consulente tecnico di numerose aziende ad indirizzo frutticolo, agrumicolo e olivicolo in Italia e all'estero. In collaborazione con il CO.VI.L. e altri Partner, promuovo sistemi innovativi di produzione attraverso il web e giornate studio. Per informazioni whatsApp +39 339 25 11 629
martedì 19 settembre 2023
SICILIA: DIVERSIFICARE IL REDDITO AZIENDALE CON UN MAGGIORE ASSORTIMENTO COLTURALE
giovedì 14 settembre 2023
“In sette giorni ho raccolto 15 ettari di mandorle grazie alla meccanizzazione”
Parole chiavi,
scuotitore e spazzolatrice
“In sette giorni
ho raccolto 15 ettari di mandorle grazie alla meccanizzazione”
Il
mandorlicoltore viterbese Fabio Mariotti ha fatto di recente esperienza di
raccolta meccanizzata mediante l'utilizzo di uno scuotitore con braccio e di
una spazzolatrice/raccoglitrice.
"Ho terminato le operazioni di raccolta avvalendomi di un solo collaboratore. In sette giorni ho raccolto i frutti su 15 ettari di mandorleti, con una resa media di circa 4,5 ton/ettaro di prodotto già smallato ed essiccato. Mi sono rivolto a contoterzisti per il noleggio dello scuotitore e della spazzolatrice.
Raccolta meccanizzata delle mandorle con spazzolatrice
Sono mezzi che ti garantiscono praticità e velocità nella gestione della raccolta, senza doverti preoccupare della carenza di manodopera, che attanaglia il nostro settore.
Raccolta con braccio scuotitore e reti
Nella scorsa stagione, avevo optato per la stesura di reti che intercettavano le mandorle precedentemente scosse dagli alberi, ma le unità lavorative necessarie sono state maggiori.
Quest'anno, molti frutti erano già a terra a causa di forti raffiche di vento. Pertanto la spazzolatrice risultava la scelta migliore".
Nell'alto Lazio, la mandorlicoltura pare essere diventata un business su cui le aziende vogliono scommettere, anche perché forti della lunga tradizione e conoscenze già consolidate nella coltivazione di altra frutta secca (come le nocciole), facilmente trasferibili, appunto, sul mandorlo.
"Le
mie coltivazioni sono recenti e tutte gestite con il modello Zaragoza. L'impianto più vecchio è stato messo a dimora 5 anni fa. Tre le varietà
disponibili: Lauranne, Makako e Penta. Buono il carico ottenuto quest'anno,
nonostante l'eccessiva pioggia di giugno che ha generato un importante sviluppo
di patogeni fungini e batteriosi, le cui conseguenze sono state limitate grazie
anche alla professionalità dell'agronomo Vito Vitelli".
Attività svolte in collaborazione:
martedì 5 settembre 2023
NOCCIOLO E NOCE AD ALTA DENSITÀ, SI PRENDE SPUNTO DALL'ESTERO
Nuove forme di allevamento ad alta densità anche per il nocciolo e il noce iniziano a diffondersi in Spagna, un Paese da sempre ritenuto un punto di riferimento in Europa nell'implementare i progressi e le nuove tendenze nel campo frutticolo, agrumicolo e olivicolo.
Nocciolo
alta densità (sesto d'impianto 4,0x1,80 m)
Nello specifico, il nuovo modo di fare corilicoltura e
nocicoltura, promosso dall'esperto agronomo spagnolo Jordi Mor, già promotore
del modello di gestione "Zaragoza" per il mandorlo, consiste
nell'introdurre il monoasse a parete per il noce e il monocaule a vaso
cespugliato invece per il nocciolo.
"Un noccioleto trapiantato nel marzo del 2021 su letto di coltivazione rialzato ha già raggiunto risultati notevoli in termini di accrescimento e di produttività.
Dopo la messa a dimora dell'impianto, la pianta è stata impalcata a monocaule all'altezza di 80 cm.
Dalle ramificazioni laterali è stato ottenuto un vasetto cespugliato. Anche la graduale emissione dei polloni è stata gestita nel migliore dei modi, per consentire alla chioma di svilupparsi senza concorrenti".
Impianto di noce ad alta densità 5,0 x 1,25 m (foto sopra) e media densità 7,0 x 3,0 m (foto sotto)
La densità di impianto è intorno a 1300-1500 piante/ettaro con un sesto d'impianto di 4,0 x 1,80 m per il nocciolo e 5,0 x 1,25 m per il noce. "A meno di tre anni dal trapianto, già si notano le fruttificazioni - continua il tecnico - I costi di investimento iniziali sono alti, per l'elevato numero di piante, ma i tempi di recupero sono rapidissimi e l'efficienza produttiva, in termini di quantità e qualità della produzione, è considerevole.
La figura dell'agronomo
rimane però fondamentale non solo per ragioni tecniche, ma anche perché è
opportuno che si prepari l'agricoltore a questo nuovo sistema di coltivazione,
il quale implica comunque una presenza, nel caso del noce, di strutture in
campo, come pali tutori e fili di ferro, necessari per sostenere la pianta nei
primi anni di accrescimento.
C'è un grande interesse da parte delle nuove generazioni di investitori europei nel trovare forme di allevamento che siano anche super meccanizzabili, per far fronte alla carenza di manodopera. "Gli interventi manuali sono ridotti al minimo. Più piante ci sono, maggiore è la superficie di esposizione fogliare, maggiore è la produttiva.
Negli areali produttivi italiani di frutta in guscio, tutt'oggi si adottano ancora tecniche di coltivazione obsolete, ferme da oltre cinquanta anni. Legarsi eccessivamente a degli schemi tradizionali, senza avere una visione, potrebbe significare diventarne vittima", conclude l'agronomo Vitelli.
Attività svolta in collaborazione: