Il video, realizzato nel luglio 2025, documenta un’esperienza concreta di olivicoltura biologica ad alta densità, avviata nell’estate 2022. L’impianto, con interfila ampia (4–4,5 m x 1,25-1,30 sulla fila), è stato progettato per garantire massima luminosità alle pareti produttive, favorendo l’equilibrio vegeto-produttivo senza interventi invasivi né tagli indiscriminati con lama potatrice.
La varietà adottata è Koroneiki, cultivar greca acclimatata in Italia, apprezzata per la vigoria contenuta, l’elevata resa e l’ottima qualità dell’olio. Una scelta strategica che si inserisce in una visione più ampia: valorizzare anche le varietà italiane tradizionali (Leccino, Leccio del Corno, Frantoio, Nocellara del Belice, Lecciana, Cima di Melfi, Biancolilla, Favolosa, Coratina, Semidana, Bosana, Canino, ecc.) all’interno di sistemi moderni, sostenibili, a bassa richiesta di manodopera e coerenti con l’identità territoriale.
L’allevamento (densità di impianto intorno a 1600-1800 piante/ha) è impostato su
asse centrale (monoasse), sostenuto da tutore, senza topping. I rami laterali,
inizialmente assurgenti, si arcuano sotto il peso della fruttificazione,
attivando un processo naturale di autoequilibrio e rinnovamento.
Non si eseguono potature nei
primi anni: luce, struttura e fisiologia guidano lo sviluppo. Eventuali
interventi, a partire dal terzo/quarto anno, devono essere esclusivamente
manuali, mirati e selettivi, nel rispetto della morfologia naturale della pianta.
L’irrigazione di soccorso è
gestita con doppia ala gocciolante, eventualmente interrabile per agevolare il
passaggio della trincia. Le infestanti sono controllate esclusivamente in modo
meccanico, e la presenza di inerbimenti e residui organici non è segno di
trascuratezza, bensì di una precisa scelta agronomica.
Il sistema consente un ciclo
produttivo di almeno 20 anni. Al termine, è possibile rinnovare l’intero
impianto tramite una potatura di riforma alla base, selezionando il pollone più
robusto per reimpostare un nuovo asse. Si tratta di un approccio rigenerativo,
che si contrappone alle potature meccaniche, responsabili di un rapido
invecchiamento della struttura produttiva.
Questa esperienza dimostra
che, anche in biologico e con varietà italiane, è possibile ottenere equilibrio,
produttività e longevità in oliveti ad alta densità, purché guidati da una
visione progettuale consapevole, da competenza agronomica e da un profondo
rispetto per la fisiologia della pianta.
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