lunedì 14 marzo 2022

Sicilia: 24 marzo 2022 stage sulla potatura degli agrumi e sulle tecniche innovative di coltivazione

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SICILIA

RIBERA (AGRIGENTO) 24 marzo 2022

STAGE sulla potatura degli AGRUMI

e sulle tecniche innovative di coltivazione

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a cura dell’Agronomo Vito Vitelli

Whatsapp +39 339 251 1629

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Programma

Durata complessiva del corso 6 ore.

Introduzione al corso di potatura con cenni di morfologia e fisiologia delle piante di agrumi.

prove dimostrative di potatura di trapianto su giovani piante di agrumi

Prove dimostrative di potatura di formazione della chioma e di preparazione della pianta alla fruttificazione a partire dal trapianto.

esercitazioni pratiche di potatura su piante di clementine "Corsica 2" Az. Agr. "Triolo" - Ribera

Esercitazione di potatura in gruppo.
Esercitazione di potatura individuale per affinamento della tecnica.
esercitazioni pratiche di potatura su piante di arancio "Brasiliano" di 30 mesi Az. Agr. "Parlapiano" - Ribera

Rilascio di attestato di partecipazione e un paio di pratiche forbici da pota modello "Castellari".

esercitazioni pratiche di potatura su piante di arancio "Brasiliano" a due anni dalla potatura di riforma Az. Agr. "Parlapiano" - Ribera

visita alle strutture di lavorazione degli agrumi "Parlapiano" di Ribera (Agrigento)

momento conviviale


Per MAGGIORI INFORMAZIONI: 
Vito Vitelli +39 339 251 1629
vitovitelli.blogspot.com
Evento organizzato in collaborazione con:

lunedì 7 marzo 2022

PUGLIA: 12 marzo 2022 stage sulla potatura dell'olivo superintensivo e sulle tecniche di coltivazione

PUGLIA

Orta Nova (Foggia) 12 marzo 2022

stage sulla potatura 

dell'olivo superintensivo

e sulle tecniche di coltivazione

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a cura dell’Agronomo Vito Vitelli

Whatsapp +39 339 251 1629

Durata complessiva del corso è di 6 ore di cui 1 pomeridiana dopo una breve pausa ricreativa

Introduzione al corso di potatura con cenni di morfologia e fisiologia delle piante di olivo.




Prove dimostrative di potatura di formazione della chioma e di preparazione della pianta alla fruttificazione a partire dal trapianto.


Esercitazione di potatura in gruppo.
Esercitazione di potatura individuale per affinamento della tecnica.

Rilascio di attestato di partecipazione e un paio di pratiche forbici da pota modello "Castellari".


Per MAGGIORI INFORMAZIONI : 
Vito Vitelli +39 339 2511629 
vitovitelli.blogspot.com
Evento organizzato in collaborazione con:

lunedì 28 febbraio 2022

Agrumi e kaki gestiti con tecniche moderne in Turchia. La storia imprenditoriale di Ibrahim Tekin

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Negli ultimi anni, la provincia di Adana, situata nella Turchia meridionale, ha compiuto passi da gigante per quanto riguarda lo sviluppo e gli investimenti nel settore ortofrutticolo, specie in quello agrumicolo e della frutticoltura in generale. Un territorio che, grazie alla fertilità del suolo, al clima e alle piogge abbondanti, ha consentito a diversi imprenditori locali di diversificare il proprio reddito, aprendosi così a nuovi business, come appunto le specie fruttifere, accanto a quelle cerealicole o foraggere, da sempre diffuse in questo ampio areale turco.

Un bell'esempio imprenditoriale ci arriva dalla testimonianza che abbiamo raccolto da Ibrahim Tekin, un economista di Adana, diventato poi imprenditore agricolo grazie a un master biennale svolto a Boston. "Dall'esperienza formativa statunitense sono tornato pieno di idee e di progetti, oltre che improvvisamente interessato al mondo dell'agricoltura, fino a quel momento messo da parte. Sono figlio di coltivatori, ho visto con quanti sacrifici i miei genitori svolgevano il loro lavoro, nonostante i risultati economici non fossero poi così soddisfacenti, a causa delle scelte delle colture estensive a basso reddito".

Ibrahim Tekin. Imprenditore agricolo di Adana - Turchia

"Ho iniziato con delle indagini di mercato per capire quali prodotti offrire e soprattutto dove poterli commercializzarli. Volevo trasformare l'agricoltura nel mio principale lavoro, adottando specie colturali e tecniche di meccanizzazione differenti da quelle diffuse fino a quel momento. L'obiettivo era quello di dar vita a un drastico cambiamento aziendale".

Giovane impianto in Turchia di kaki ad alta densità. Sistema di allevamento tipologia "Mataix". Piante gestibili da terra. In foto Yavuz Turhan agronomo

In questi anni, Ibrahim ha investito molto in agrumi e kaki. "Sono 150 gli ettari totali coltivati ad agrumi e kaki, prodotti che per ragioni logistiche vengono commercializzati nei mercati arabi, dell'Est Europa e russi. Per quanto riguarda gli agrumi, ho investito nella coltivazione dell'arancio, con varietà precoci e tardive, mandarino-simili, pompelmo giallo e limone prevalentemente varietà "Interdonato", l'unica tollerante al malsecco. Per i kaki, invece, ho messo a dimora alcuni ettari della tipologia a polpa soda, "Rojo Brillante". La zona di Adana è particolarmente adatta per lo sviluppo dei kaki, grazie alle favorevoli condizioni climatiche, come le frequenti precipitazioni, l'alto tasso di umidità e l'assenza di vento".

Giovane impianto di agrumi in Turchia ad alta densità. Piante gestibili da terra

"Le moderne tecniche agronomiche consentono di ottenere il corretto equilibrio tra gli elementi nutritivi, il giusto apporto idrico e soprattutto la corretta gestione della chioma, puntando sulla gestione dei rami più vigorosi e non sulla loro eliminazione. Il risultato sono delle piante basse, fitte, compatte, la cui coltivazione è resa più semplice. Il tutto si traduce in una migliore efficienza del campo. Già dal principio sono stato particolarmente sensibile a quelle che sono le tecniche che tengono conto della riduzione della manodopera, al rispetto dell'ambiente e soprattutto alle pratiche alternative di lotta integrata che ci consentono di contenere l'utilizzo della chimica e di limitare notevolmente il livello dei residui".

   Dalla corretta gestione della chioma, (potatura), dipendono i risultati produttivi in termini di qualità e quantità

"Devo ringraziare l'agronomo Vito Vitelli per avermi seguito in tutte le fasi di preparazione e gestione delle coltivazioni. Le sue frequenti visite qui, nella mia azienda ad Adana, mi fanno comprendere quanto sia necessario affidarsi a professionisti del settore per poter ottenere risultati produttivi e commerciali nel medio periodo".

   Le lezioni dell'agronomo Vito Vitelli durante una giornata formativa in Turchia.


martedì 15 febbraio 2022

Baulatura: meglio non sottovalutarla

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Spesso si sottovaluta l'importanza della baulatura. Ci sono false leggende sull'inutilità di questa pratica colturale in un terreno fortemente drenato, prima di mettere a dimora un impianto arboreo. Molti, infatti, l'adottano soltanto in suoli tendenzialmente asfittici. La realtà è che, nella maggior parte dei casi, non si presta la giusta attenzione alle operazioni preliminari al trapianto, come appunto la realizzazione di baule o "letti di coltivazione rialzati".

Preparazione della baula o "letto di coltivazione rialzato"

Certo, avere un terreno non perfettamente pianeggiante rende le operazioni di gestione e di lavorazione più difficoltose, ma il letto di coltivazione rialzato potrebbe risultare davvero vantaggioso per molteplici aspetti.

La realizzazione della baula è sempre fortemente consigliata, indipendentemente dalla tipologia di terreno. Se da una parte le foglie devono essere ben esposte per intercettare la luce, dall'altra, le radici, oltre all'acqua e agli elementi nutritivi, necessitano di ossigeno per esplicare le loro funzioni. Possiamo definire il letto di coltivazione rialzato il polmone delle radici: queste, disponendosi ad arco e seguendo la conformazione di questo rialzo, creano una maggior superficie di esposizione e di scambio diretto con l'aria atmosferica, scambio che in un terreno piano avviene molto più lentamente, per effetto anche di una maggiore tendenza di quest'ultimo a costiparsi su se stesso per effetto della gravità e dell'azione battente delle precipitazioni piovose.

Capillari superficiali sviluppati in una baula pronti ad intercettare le risorse (acqua e nutrienti) erogati dal gocciolatore.

L'accentuazione della baula è data dalla tipologia di terreno. Un letto di coltivazione più accentuato, oltre allo scambio gassoso, favorisce lo smaltimento dell'acqua in eccesso, evitando così fenomeni di asfissia da ristagno. Se abbiamo delle falde freatiche superficiali e lavoriamo su terreni che soffrono di ristagni idrici, è preferibile una baula più alta. Se invece il terreno è di per se drenante o ciottoloso, il rialzo da realizzare potrà essere meno pronunciato.

Baulatura molto pronunciata

La baula consente di velocizzare l'asciugatura e il riscaldamento del terreno nei periodi primaverili. L'attività di ripresa vegetativa dipende molto dalla temperatura del suolo. Con la baulatura si riesce ad anticipare l'avvio della ripresa vegetativa anche di 10-15 giorni. Un terreno riscaldato rappresenta un pro anche nei mesi freddi, perché le radici continuano a crescere e svolgere la loro attività esplorativa, soprattutto nelle specie sempreverdi come gli agrumi, persino nel tardo autunno.

Da preferire è sicuramente la baulatura a doppio piano inclinato, poiché consente di gestire con maggiore praticità e semplicità la trinciatura e il controllo delle malerbe con mezzi meccanici, senza dover necessariamente intervenire con erbicidi. La baula  a sezione trapezoidale infatti inizia ad essere abbondonata.

   Baulatura doppio piano inclinato

La baulatura, abbinata ad un sistema di irrigazione a microportata, risulta ideale per consentire lo sviluppo della pianta anche quando si utilizzano acque di irrigazione di scarsa qualità a elevata salinità (conducibilità - EC). In questi casi si verifica un affioramento di sale per effetto della risalita capillare dell'acqua. 

È opportuno precisare però che in queste condizioni, in seguito alle precipitazioni piovose, i sali vengono riportati in profondità, dissalando così le porzioni più superficiali del rialzo, dove appunto è concentrata la maggior parte del capillizio radicale. 

In un terreno in piano, privo di baulatura, in seguito alle precipitazioni, il sale, per lisciviazione, si andrebbe a depositare negli strati più esplorati dalle radici con conseguenze letali per la pianta.

domenica 6 febbraio 2022

Biosafe Laboratories, un'azienda lucana che offre servizi di analisi e diagnostica in campo da oltre 50 anni

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Negli ultimi anni, sempre più aziende agricole sono interessate alle analisi del suolo, alla diagnostica fogliare e fitopatologica (in particolare al rilievo dei nematodi), in quanto ormai consapevoli che la conoscenza esatta dei parametri chimico-fisici-biotici del proprio suolo permette di ottimizzare la nutrizione e la protezione delle colture, facilitando il compito dell'agronomo di campo e razionalizzando la spesa e l'efficacia di concimazioni e interventi di difesa. 

In Basilicata, opera da oltre 50 anni la Biosafe Laboratoires, una realtà imprenditoriale che offre servizi di analisi, diagnostica e consulenza in campo agrario, alimentare e ambientale, grazie alla maturata esperienza di un team di agronomi esperti di nutrizione delle colture, biologi, analisti di laboratorio e alla collaborazione con numerosi consulenti tecnici e rappresentanti distribuiti sul territorio nazionale, oltre che a noti Istituti di ricerca.

L'analisi dettagliata dei nutrienti del suolo e quelli effettivamente assimilati, rilevata con la diagnostica fogliare, permette di determinare e prevenire situazioni di eccesso, carenza e antagonismo tra gli elementi nutritivi. Questa base conoscitiva permette di impostare accurati e razionali piani di concimazione e correzione del suolo, favorendo il potenziale produttivo delle colture e riducendo al massimo gli sprechi di fertilizzante, una voce importante dei costi aziendali. Anche l'analisi della carica di nematodi del suolo, per la quale siamo un riferimento in termini di affidabilità e precisione nel riconoscimento delle principali specie di nematodi fitopatogeni, permette di conoscere a fondo un suolo prima della realizzazione di un impianto arboreo, guidando la scelta degli interventi di controllo e del portainnesto più adatto.

laboratori di Biosafe a Lavello (Potenza)

L'attività di Biosafe Laboratories è rivolta prevalentemente a produttori agricoli, rivenditori e produttori di mezzi tecnici per l'agricoltura e industrie di trasformazione agro-alimentare. L'azienda opera prevalentemente nel sud-Italia, ma possiede una rete di tecnici sul territorio e collaborazioni con clienti in tutta la Penisola. 

La vision aziendale è quella di offrire analisi e consulenza avanzata, affiancando le aziende agricole nel loro lavoro quotidiano con strumenti concretamente utili al miglioramento delle produzioni agro-alimentari. Ciò che da sempre contraddistingue questa impresa della Basilicata è l'affidabilità delle analisi e la consulenza tecnico-scientifica a corredo dei referti analitici. L'esperienza del team è costantemente messa a disposizione dai clienti, attraverso il supporto all'interpretazione dei risultati delle analisi e la consulenza finalizzata alla risoluzione di specifiche problematiche, sia in ambito agronomico che agro-alimentare e ambientale. 

lunedì 24 gennaio 2022

Mandorleti su terreni paludosi, una sfida che diventa realtà

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Alcune tipologie di terreni potrebbero risultare inospitali per molte specie di piante, in particolar modo per quelle arboree. Spesso, però, adottando alcune tecniche agronomiche, è possibile ottenere risultati straordinari anche in condizioni di suolo molto difficili, come ad esempio ricchi di componente argillosa tendenzialmente asfittici, situati in zone paludose. E' il caso di Ismaele Capanna, il quale, insieme a suo fratello Nicola, ha deciso di mettere a dimora un mandorleto su un terreno ereditato dalla nonna, da sempre coltivato a foraggio o grano. Ci troviamo a Castellana Marina, in provincia di Taranto, a pochi chilometri dal mare Ionio.

        Mandorleto Capanna- dicembre 2021

"Eravamo stanchi di vedere su questo suolo colture a bassissimo reddito, nonostante fossimo consapevoli dei significativi e duraturi ristagni idrici. Dopo esserci adeguatamente informati da esperti in materia, nel gennaio del 2020 abbiamo messo a dimora le prime 2.400 piante di mandorlo della varietà "Lauranne" (6,5 ettari), su portainnesto GF677. Grazie alla tecnica della baulatura sulle file, di un'altezza pari a 40 cm e una larghezza di circa 1,5 m, siamo riusciti a realizzare il nostro mandorleto, ora gestito con il metodo innovativo Zaragoza. L'impianto di irrigazione è stato istallato al centro della baula, in modo che le radici si sviluppino completamente su di essa. Le piante hanno una straordinaria vigoria e quest'anno è previsto il nostro primo raccolto".


   Nella foto in alto: Ismaele Capanna. In basso: Nicola Capanna.                             

"Trattasi di un terreno con una tessitura argilloso/limosa, che tende a compattarsi se eccessivamente lavorato e a fessurarsi nel periodo estivo. Un terreno, tra l'altro, ubicato in una zona poco arieggiata. Evitiamo lavorazioni inutili e rispettiamo il cotico erboso spontaneo, il quale ci consente di rispettare la struttura e, al contempo, la biodiversità. La presenza di una flora spontanea variegata permette agli insetti pronubi di svolgere il loro lavoro". 

Nel caso dell’azienda Capanna, prima della messa in posa delle piante, è stata fatta la gessatura, ovvero una somministrazione di solfato e calcio del gesso che migliora la porosità del terreno e l’assorbimento degli elementi nutritivi e dell’acqua, rendendo cosi il terreno fertile. Tale operazione, in realtà, può essere anche ripetuta ogni 12-18 mesi. Il richiamo va localizzato lungo la fila, in modo da rigenerare i primi cm di profondità del terreno, dove appunto viene ospitato la maggior parte dell’apparato radicale.

          Mandorleto Capanna- maggio 2021

Inoltre, per favorire lo sgrondo delle acque, periodicamente viene utilizzato l’aratro talpa, al fine di fendere al centro tra le file delle baule e realizzare uno squarcio di 70-90 cm di profondità e consentire di potenziare l’effetto di coltivazione rialzato.

            Mandorleto Capanna- maggio 2020

"Siamo molto soddisfatti della scelta colturale e del riscatto dato a questo suolo - concludono i fratelli Capanna. Un terreno mai sfruttato al pieno delle sue potenzialità, poiché etichettato come non buono per coltivazioni "serie". Un immerso ringraziamento dobbiamo anche all'agronomo Vito Vitelli, che ci ha seguito e aiutato in tutte le fasi di preparazione e gestione dell'impianto".



venerdì 14 gennaio 2022

Lavorazioni dei terreni: spesso sono inutili o addirittura fatali

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Si sa, le lavorazioni del terreno sono interventi fondamentali sia per la preparazione del letto di coltivazione sia per la gestione del suolo. Frequenti interventi di movimentazione sul suolo, però, potrebbero comportare alcune criticità, come ad esempio il danneggiamento dell'apparato radicale, la riduzione per ossidazione della sostanza organica, considerata la base della fertilità, e fenomeni di erosione e smottamenti.

Dobbiamo sfatare il mito che le frequenti lavorazioni del terreno possano far del bene alle coltivazioni arboree. In realtà, non è sempre così. Infatti, i maggiori interventi meccanici, oltre a essere cattivi investimenti in termini di tempo e denaro, causano effetti pericolosi.Evidenti fenomeni erosivi, con solchi di una significativa profondità sul terreno lavorato. Nella          stessa foto (a destra) è anche visibile un terreno n con flora spontanea che ha favorito la        struttura del terreno, evitando così smottamenti.

Nei primi 15-20 cm il suolo è vivo. Esiste un microcosmo di biodiversità e di attività a beneficio delle piante coltivate, grazie alle azioni, spesso combinate, della "fauna" (lombrichi, insetti e piccoli animali) e dei microrganismi (funghi e batteri), i quali popolano lo strato superficiale e delle stesse radici della flora spontanea. Ma, complice la disinformazione, spesso gli agricoltori decidono di eseguire frequenti o inutili interventi di coltivazione che causano così danni all'apparato radicale, sia alle radici esplorative sia alla rete dei capillari, quest'ultimi molto sensibili a qualsiasi movimento del terreno. Con le frequenti lavorazioni, si rischia che l'apparato radicale vada più in profondità, in zone del terreno meno ospitali poiché con poca presenza di ossigeno. Inoltre, con le ferite che provocate dai mezzi di lavorazione, si favorisce l'ingresso di organismi nocivi. 


               Lavorazione errata in un agrumeto

Un accanimento delle lavorazioni, dunque, danneggia l'apparato radicale e potrebbe creare una forte ossigenazione che brucia rapidamente la sostanza organica presente, con conseguente liberazione nell'aria di CO2. Il terreno, a lungo andare, diventa sempre più povero e con una limitata di fertilità. Inoltre, un suolo eccessivamente lavorato è più soggetto a fenomeni erosivi, perché meno strutturato. Infatti, al registrarsi delle intense precipitazioni, sempre più frequenti e violente a causa dei cambiamenti climatici, sui terreni scoscesi o non pianeggianti potrebbero verificarsi solchi, smottamenti, con conseguenti problemi alle viabilità sottostanti.

         Radici danneggiate

Tale criticità può trovare soluzione con la messa a dimora di fruttifere, lasciando il cotico erboso spontaneo e gestito con la trinciatura. Lo sviluppo della flora spontanea nei frutteti, oltre ad assicurare una buona quota di biodiversità, rallenta il flusso e la potenza dell'acqua che per gravità scorre verso il basso e facilita l'assorbimento delle precipitazioni piovose, migliorando l'incremento delle riserve idriche.

    Agrumeto con cotico erboso

Pertanto, dopo aver realizzato un impianto arboreo, bisogna rinunciare a qualsiasi tipo di lavorazione. La gestione delle erbe infestanti va fatta solo ed esclusivamente con la trincia (tra la fila o lunga le file). Per quanto riguarda gli interventi di preparazione del terreno, le principali rimangono il dissodamento, baulatura, frangizolatura, fresatura, etc.