Si chiamano Antonio e Orlando Fondacaro ed Elisabetta Scopacasa: sono alcuni giovani imprenditori che, grazie ai miei consigli, hanno ritrovato lo stimolo e il coraggio di scommettere sul bergamotto, dopo essersi accorti che i loro impianti agrumicoli erano impostati e gestiti in modo poco professionale e non in una visione moderna, generando così, negli anni, una ridotta resa per ettaro, problemi fitosanitari, maggiore consumo irriguo e altre difficoltà tecnico-organizzative.
Nuovi impianti di bergamotto
Nella Locride, areale a sud della Calabria, in Italia meridionale, il bergamotto ricopre circa 1.300 ettari. Una coltivazione con un grande potenziale di crescita e con interessi economici notevoli, poiché trattasi di un agrume ricco di oli essenziali e dotato proprietà nutraceutiche e pertanto richiesto non solo dall'agro-industria alimentari, ma anche da aziende farmaceutiche e profumiere.
"Affidarsi a persone competenti e preparate è il primo passo che ogni imprenditore dovrebbe compiere, prima ancora di investire un solo euro - commenta Elisabetta Scopacasa - I cattivi consiglieri, oltre a farti sperperare soldi, ti fanno anche perdere tempo. Ho un impianto di bergamotto di 1,20 ettari al quinto anno, ma finora i risultati produttivi ed economici sono stati irrisori, a fronte di costi in crescita. Eppure, appena terminai di trapiantare, decine di industrie iniziarono a propormi contratti di fornitura".
Elisabetta Scopacasa
"Per il bergamotto non ci sono grosse oscillazioni di prezzo, come invece accade per altri articoli. Il vero problema è garantire quantità alle industrie. Alla pianta infatti manca un equilibrio tra attività vegetativa di accrescimento e formazione di rami fruttiferi, a causa proprio di gestioni agronomiche ormai obsolete. Ho deciso di rivedere alcuni aspetti importanti del mio impianto, prendendo anche alcune difficili decisioni di allevamento, come la potatura drastica di riforma che andrò a eseguire a marzo. Io vivo in Toscana, ma scenderò in Calabria abitualmente per seguire i miglioramenti in campo".
In provincia di Reggio Calabria, la maggior parte degli impianti di bergamotto vengono gestiti con sistemi tradizionali, caratterizzati da piante alte, gestibili ancora con l'utilizzo delle scale, con fruttificazioni periferiche, superficie fogliare mal esposta alla luce, tronchi di grandi dimensioni, spesso logorati da organismi nocivi, che si sviluppano per effetto dell'alta umidità generata dall'irrigazione per aspersione.
Da sinistra: Pianta gestita con sistema tradizionale. Taglio drastico a 95-100 cm d'altezza in marzo. Pianta rigenerata, a due anni dal taglio drastico, presenta ramificazioni compatte , vigorose e produttive.
Antonio Fondacaro ci spiega: "Così come accade con altre colture, l'evoluzione tecnica è fondamentale, specie se il prodotto in questione pare interessare a molti. Dopo aver portato avanti un ettaro di bergamotto per circa 10 anni con risultati poco soddisfacenti, ho voluto seguire i suggerimenti dell'agronomo Vito Vitelli, consistenti in interventi di potatura su alcune piante, dimostratisi ideali per ottimizzare la produttività delle ramificazioni esistenti attraverso piccoli tagli di rinnovo e di apertura del cono di luce centrale, così da poter capire le differenze in termini agronomici. In meno di 24 mesi, mi ritrovo quelle stesse piante con una migliore vigoria e una resa aumentata del 50%, generata anche dalla modifica del sistema di irrigazione a micro-goccia localizzata e da un cambiamento delle schede nutrizionali, non solo per la fertirrigazione ma anche per il dosaggio via fogliare, oltre che da adeguati piani di difesa".
Orlando e Antonio Fondacaro insieme al papà
"Lo scorso anno ho poi deciso di realizzare un nuovo impianto di bergamotto di 2,5 ettari, applicando però completamente le tecniche di gestione innovative (densità di impianto pari a 800 pianta/ettaro, baulatura, sistema di irrigazione a goccia, gestione meccanica delle erbe spontanee, gestione della chioma, con potature di formazione e produzione), capaci di garantire risultati agronomici ed economici soddisfacenti".
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