Laureato con lode in Scienze Agrarie, esercito la libera professione di Agronomo da oltre 25 anni. Sono Direttore del Consorzio Vivaisti Lucani (CO.VI.L.) e consulente tecnico per numerose aziende italiane ed estere nei settori frutticolo, agrumicolo e olivicolo.
Collaboro attivamente alla promozione di sistemi innovativi di produzione attraverso il web, eventi formativi e giornate studio, in sinergia con CO.VI.L. e partner di settore. Info: vitovitelli@tiscali.it - WhatsApp +39 339 2511 629
Video, a cura della Castellari srl, sulla gestione della chioma del melograno a riposo vegetativo, allevato a Y (sistema israeliano).
Oltre alla potatura di mantenimenti sono riportati cenni sulla potatura di trapianto e di formazione, nei primi anni dall'impianto. Il tutorial andrebbe integrato con indicazioni sugli interventi cesori da realizzare in piena estate.
L'impiego dell'aratro
talpa per l'aerazione dei suoli è una tecnica conosciuta da oltre mezzo secolo,
con l'avvento delle macchine a elevata potenza, ma che continua ad avere una
certa validità quando si vuole ottenere un giusto equilibrio tra contenuto di
umidità del terreno e l'ossigeno, vitale per le radici e per gli organismi
tellurici.
I suoli, per effetto
della forza gravitazionale e per l'azione battente degli agenti atmosferici,
tendono a costiparsi, diventando meno ospitali. L'apertura periodica di una
fenditura stretta e profonda consente di aumentare la permeabilità, senza
stravolgere i delicatissimi equilibri esistenti tra la frazione vivente (organismi
di varia natura, microrganismi, radici) e la frazione minerale e
organica.
lo squarcio centrale, tra le due file, esercita un forte richiamo dell'umidità favorendo lo smaltimento dell'acqua in eccesso e l'arieggiamento del suolo. Se il terreno è molto secco è facilitata la costituzione delle riserve idriche nel sottosuolo in seguito a piogge.
L'agronomo Vito Vitelli
ci spiega perché l'impiego di questa attrezzatura da campo è importante nella
gestione ottimale di un arboreto.
occorrono trattrici che
abbiano una potenza di almeno 80 HP per l'utilizzo di un buon aratro talpa.
"Questo aratro (ripuntatore) effettua uno squarcio centrale tra le due file, profondo circa 70-90 cm, dove
il sistema radicale non è presente. È una operazione che va effettuata una sola
volta l'anno su tutte le specie arboree, come agrumeti, pescheti, diospireti,
noccioleti, uliveti, etc.
Passaggio di aratro talpa in un diospireto
Lo scopo è quello di consentire un arieggiamento del
suolo, anche su quei terreni ricoperti di cotico erboso. Il periodo ideale va da
novembre a fine febbraio, quando si ha una maggiore necessità di smaltire
l'acqua in eccesso e/o costituire le riserve", spiega il tecnico.
Aratro talpa: telaio che
consente di agganciarsi alla trattrice e un organo di lavorazione formato da
due estremità. In quella posteriore è posta una sfera che consente di definire
un cunicolo in profondità.
Gli aratri talpa sono
dei ripuntatori con una sfera nella parte posteriore. I modelli in commercio
sono molteplici. "L'efficacia dell'operazione dipende da due cose -
riprende Vitelli - dalla distanza tra le due file e dalla profondità dello
squarcio. Quindi minore è la distanza tra le due file e maggiore è la
profondità della fenditura centrale, maggiore sarà l'efficienza
dell’operazione. Il risultato migliore si ottiene quando l'attrezzo viene
utilizzato su una coltivazione con baulatura".
impiego di
aratro talpa in un agrumeto coltivato in suoli con falde superficiali.
Negli anni, il mancato
arieggiamento del suolo potrebbe diventare un problema, poiché esso tende a
compattarsi come conseguenza della non coltura o del passaggio dei mezzi.
impiego di aratro talpa in
un mandorleto
"Se invece la
stagione autunno-vernina si presenta particolarmente asciutta, questa
operazione va comunque eseguita. Infatti, se il terreno è arido, creando questo
squarcio si favorisce l'aumento delle riserve, specie durante le abbonanti
precipitazioni.
impiego di aratro talpa in un oliveto
L'acqua dunque scorre in superficie sul cotico erboso, senza
creare erosione, e si infiltra quando incontra la fenditura dell'aratro talpa,
andando ad incrementare le risorse idriche nel sottosuolo, vitali in
particolare per le coltivazioni in asciutta.
impiego di aratro talpa in un melograneto allevato su baula
Attenzione, però, questa
operazione non va effettuata nel periodo estivo, quando la perdita di umidità
nel terreno è già molto elevata a causa delle alte temperature".
Da circa 10 anni, nei
mesi primaverili il CO.VI.L. (Consorzio Vivaisti Lucani) organizza giornate
sulle tecniche di coltivazione innovative e sulla gestione della chioma degli
agrumi. Diversi appuntamenti teorico-pratici sono programmati negli areali
agrumicoli italiani più noti e, a ogni edizione, vedono la registrazione di un
numero sempre maggiore di partecipanti.
video correlato
A pochi giorni
dall'avvio, ne abbiamo parlato con il responsabile tecnico del consorzio
promotore, l'agronomo Vito Vitelli. "Come avviene ormai da tempo, marzo e
aprile vengono dedicati alla formazione di tecnici e imprenditori negli areali
agrumicoli siciliani, calabresi, lucani e pugliesi. Si tratta del trasferimento
di nozioni, regole e aspetti rivoluzionari per poter ottenere una buona
gestione di un impianto di agrumi, con particolare riferimento alla gestione
idrica e nutrizionale e a quella della chioma.
È uno stage, della durata di 6 ore, che consente di ottenere tutti gli elementi di base, utili a
evitare di commettere gravi errori durante le fasi colturali".
Le giornate vengono
caratterizzate da una breve introduzione sulla morfologia e fisiologia delle
piante di agrumi, poi seguita da prove dimostrative di formazione della chioma
e di preparazione della pianta alla fruttificazione. L'esercitazione di
potatura viene svolta sia in gruppo sia in modo individuale per l'affinamento
della tecnica.
"L'agrumicoltura
italiana è ancora fossilizzata e ferma a sistemi tradizionali di bassa e media
densità d'impianto, che prevedono una pianta di grandi dimensioni e con
molteplici strutture portanti. Il concetto attuale è però l'opposto: occorrono
molte ramificazioni a frutto, su piante di taglia più contenuta. Al termine
dello stage, l'operatore saprà impostare la potatura di formazione e quella di
produzione per il mantenimento della chioma".
Da alcune settimane,
l'argomento siccità è ritornato sulle prime pagine di tutti i quotidiani
nazionali. Una problematica che si presume tenderà a peggiorare nei prossimi
mesi, con l'arrivo della stagione calda. Le istituzioni si stanno adoperando
per trovare soluzioni rapide ed efficaci: c'è chi parla di depuratori e
dissalatori da utilizzare nel settore agricolo, potenzialmente finanziabili con
fondi nazionali ed europei, stimati intorno 8 miliardi, secondo il ministro
della Protezione Civile e del Mare, Nello Musumeci.
A tal riguardo,
l'agronomo Vito Vitelli commenta: "Tutti si stanno adattando alla crisi
idrica del 21esimo secolo, compresi gli agricoltori, sempre più orientati verso
l'introduzione di tecniche agronomiche che prevedono l’ottimizzazione delle
risorse idriche con sistemi di irrigazione a micro-portata, localizzati e con
sensoristica di supporto per la gestione dei volumi e dei turni di
adacquamento, adeguati alle esigenze della coltura.
impianto di irrigazione a microportata leggermente interrato in un mandorleto
Occorrono però misure
nazionali che sostengano investimenti in tale direzione e prevedano un maggior
snellimento delle pratiche burocratiche.
Pensiamo ad esempio ai bacini di
raccolta delle piccole sorgenti, ai pozzi, agli impianti di sollevamento e
pompaggio alimentati da energia rinnovabili e ai sistemi di depurazione, di
decantazione e/o di addolcimento (desalinizzazione)".
sistema di deflusso e
recupero di acqua in eccesso in agrumeto allevato su letti di coltivazione
rialzati.
Le acque reflue possono
essere riutilizzate in agricoltura, comprese quelle degli scarichi urbani.
"I complessi agro-industriali - riprende Vitelli - utilizzano enormi
quantità acqua, risorsa che non viene però recuperata attraverso un processo di
trattamento, depurazione e decantazione con apparecchiature che, ad oggi, sono
sempre più efficienti e a basso impatto ambientale.
Le acque raccolte dai
sistemi di drenaggio dei campi coltivati su suoli con falde freatiche alte,
anche se di qualità mediocre, se adeguatamente trattate, possono essere
impiegate per la fertirrigazione su colture arboree, in un sistema a ciclo
chiuso".
evidenti segni di
erosione del terreno dopo una violenta precipitazione
La crisi idrica non è
provocata da una riduzione delle piogge rispetto al passato, quanto piuttosto
dal fatto che piove male e in modo irregolare. A venire meno è quella classica
distribuzione annuale di acque piovane, che ha lasciato il posto a
precipitazioni abbondanti e violente, le quali creano danni e non consentono di
costituire le riserve disponibili nel sottosuolo, complice anche un sistema di
canalizzazione e recupero inefficiente e un'elevata dispersione. Infatti, in
Italia ritorna a mare quasi il 90% delle acque piovane.
Con un maggior
efficientamento della rete di canali di scolo, ripulitura dei bacini esistenti,
mediante dragaggio, e costruzione di nuovi invasi si potrebbe recuperare oltre
il 40% delle precipitazioni e soddisfare quasi totalmente il fabbisogno idrico
nazionale.
Sui dissalatori,
l'agronomo invece ci riferisce: "sono anch'essi funzionali e potrebbero
diventare una soluzione nel medio-lungo periodo, ma occorre fare una certosina
analisi del rapporto costi/benefici, specie se non si possiedono sistemi
energetici rinnovabili. Durante uno studio di fattibilità di un nuovo frutteto,
bisogna analizzare il suolo e le acque, in quanto non tutte le sorgenti idriche
sono utilizzabili. Spesso infatti ci troviamo con dei suoli eccezionali ma con
delle acque non idonee per l'irrigazione, perché ad esempio ricche di sali a
base di cloruro di sodio che causerebbero danni alla coltivazione. In questo
caso, al fine di mettere a coltura quel determinato terreno, un impianto di
dissalazione ci verrebbe in aiuto, perché abbatterebbe la concentrazione dei
minerali tossici. Andremo poi a utilizzare dei portainnesti o delle specie che
si adattino meglio a livelli di salinità elevati".