Sono laureato in Scienze Agrarie, con 110 e lode, ed esercito la libera professione di Agronomo da oltre 25 anni. Sono direttore del Consorzio Vivaisti Lucani (CO.VI.L.) e consulente tecnico di numerose aziende ad indirizzo frutticolo, agrumicolo e olivicolo in Italia e all'estero. In collaborazione con il CO.VI.L. e altri Partner, promuovo sistemi innovativi di produzione attraverso il web e giornate studio. Per informazioni whatsApp +39 339 25 11 629
sabato 28 gennaio 2017
martedì 17 gennaio 2017
L'ARANCIA "AMICA" DEL CUORE

L'ARANCIA "AMICA" DEL CUORE
L’arancia protagonista del
programma TEMPO&DENARO”, su RAI 1, nel corso della puntata del 25 gennaio 2017.
clicca
Rimedio per prevenire molti disturbi alla salute, in particolare al sistema circolatorio.
In Italia la coltivazione dell’arancio si estende su una
superficie di 70 mila ettari (www.ismea.it), che rappresentano il 60% della superficie totale investita
ad agrumi.
I 2/3 degli aranceti italiani si trovano in Sicilia.
Al consumo fresco sono destinate 1 milione di tonnellate di
arance all'anno.
Una media di 15-18 kg/persona/anno.Le arance sono i frutti dalla pianta dell’arancio (Citrus sinensis), non è una vera e propria “specie”, ma un ibrido di origine antichissima che si pensa derivi dall’incrocio fra pomelo e mandarino.
Frutto di "Pomelo"
Frutto di "Mandarino"
Anche se nell’immaginario collettivo l’arancio è legato a zone come la Sicilia
o la Spagna la sua origine geografica è il sudest asiatico e, in particolare,
la Cina.
Da queste zone arrivò in Europa solo in epoca medievale, portato dai marinai portoghesi. Probabilmente l’arancio era coltivato anche all’epoca dei Romani, ma solo in Sicilia come pianta ornamentale.
Da queste zone arrivò in Europa solo in epoca medievale, portato dai marinai portoghesi. Probabilmente l’arancio era coltivato anche all’epoca dei Romani, ma solo in Sicilia come pianta ornamentale.
Il frutto dell’arancio si chiama “esperidio”, è una speciale tipologia di bacca.
La parte esterna, buccia, scorza o pericarpo, a maturazione è di colore intenso fra il giallo e il rosso-aranciato.
La parte interna, endocarpo, polposa e commestibile, è suddivisa in logge, spicchi, ricca di succo di colore giallo, arancione o rosso.
Può contenere semi o essere totalmente priva (frutto apirene).
La parte centrale, albedo, di colore bianco e molto spugnosa.
Le arance per il consumo fresco sono tutte di categoria
dolce.
I frutti dell’arancio amaro, o melangolo, caratterizzati da un gusto forte e intenso e sapore amaro, sono utilizzati prevalentemente per marmellate, canditi, in cosmesi e in fitoterapia.
Le arance dolci si suddividono in due grossi gruppi.
Arance a polpa bionda, tra le varietà più diffuse
in Italia Fukumoto, Navelina, (a maturazione medio precoce
da ottobre a dicembre), Washington Navel, Brasiliano di Ribera, prodotta a Ribera nell’agrigentino (a maturazione medio precoce medio-tardiva da gennaio a marzo), e Lane Late e
Valencia Late (a maturazione tardiva da aprile a giugno).
Negli impianti di oltre 50 anni è presente una vecchia varietà il Biondo Comune. La polpa è spesso ricca di semi.
Calendario di maturazione delle varietà di arancio.
(clicca sulla foto per ingrandire)
(clicca sulla foto per ingrandire)
Al gruppo “Navel”, dall’inglese ombelico” appartengono varietà di arance che presentano un tipico frutto gemello. L’ombelico altro non è che un’arancia “gemella” poco sviluppata situata all’interno del frutto e posizionata nella parte apicale, opposta al peduncolo.
Polpa rossa. Tra le varietà Moro, Tarocco e Sanguinello.
Il periodo di maturazione va da gennaio ad aprile.

Il periodo di maturazione va da gennaio ad aprile.

La colorazione della polpa è dovuta alla presenza di particolari sostanze chiamate antociani o antocianine il cui contenuto varia a seconda delle condizioni ambientali.
In Italia le arance pigmentate sono coltivate principalmente in un'area compresa tra le province di Catania, Siracusa e in parte Enna. Questa parte della Sicilia è l’unico posto al mondo dove le arance pigmentate esprimono il top delle qualità organolettiche per effetto delle forti escursioni termiche, tra il giorno e la notte, generate dall'Etna.
Alcune varietà hanno semi (bionde comuni, Valencia, Sanguinelli)
altre sono completamente prive di semi e si definiscono apirene (varietà del
gruppo Navel, Tarocchi, Moro).
Gli aranci, oltre che in Sicilia, sono coltivati in Calabria, nell’area del reggino, nell’arco ionico metapontino,
tra le province di Cosenza, Matera e Taranto, e nel Sud della Sardegna, prevalentemente
Sarrabus.
Tra le varietà maggiormente presenti sul mercato, prodotte dagli agrumicoltori italiani, del gruppo “ombelicate” abbiamo Navelina, Newhall, Brasiliano di Ribera, Washington Navel, Lane Late.
Tra le pigmentate Tarocco e Moro. Valencia tra le tardive.
In inverno sono più frequenti i casi di influenza e la sostanza che maggiormente previene questi malanni è l’acido ascorbico, ovvero la meglio conosciuta Vitamina C.
Non a caso la
natura mette a disposizione ciò che serve proprio nei momenti giusti!
L’arancia è
un vero e proprio “inno alla salute e al buonumore” in quanto innalza, già dopo
il primo spicchio, la capacità di resistenza alle aggressioni
microbiche dell’organismo.
Già dal
momento in cui sbucciamo un’arancia, siamo colpiti dal profumo della buccia
ricca di aromi e di oli essenziali.
Questi ultimi sono anche impiegati in
fisioterapia per combattere l’insonnia.
Il frutto
dell'arancia contiene l’88% di acqua, i glucidi (zuccheri) sono presenti in ragione di circa
il 7-10%, in funzione delle varietà, il contenuto proteico intorno al 0,7%, quello
lipidico dello 0,2%, mentre il resto è rappresentato da vitamine e sali
minerali.
Per
assimilare al meglio tutti i suoi principi nutrizionali, in particolare la
vitamina C, l’ideale sarebbe consumare l’arancia da sola, senza altra frutta o
altri alimenti (lontano dai pasti). Inoltre facilità l’assorbimento del ferro.
L’ARANCIA ITALIANA?
MANGIALA CHE TI PASSA!!
interessantissimo video!!
"MANGIA CHE TI PASSA"
LE SCELTE NUTRIZIONALI COME ARMA POTENTE PER DIFENDERE LA NOSTRA SALUTE.
Suggerimenti preziosi di uno scienziato italiano di fama mondiale
mercoledì 11 gennaio 2017
DANNI DA GELATE: SISTEMA DI CONTROLLO A MICROPULSAZIONI
DANNI
DA GELATE
SISTEMA DI CONTROLLO A MICROPULSAZIONI
AGRUMI
Video difesa dalle basse
temperature invernali
SPECIE DA FRUTTO
Video difesa dalle gelate tardive
Video difesa dalle gelate tardive
Massima efficacia con apporti idrici limitati, da 10 a 13 m3/ora/ha, con una pressione di esercizio a partire da 2,0 bar.
Il micropulsatore, il cuore del sistema, ha la funzione di amplificare la pressione e di lavorare a bassi volumi.
L’impianto deve essere azionato a temperature non inferiori a due/tre gradi sopra lo zero, prima che si formi ghiaccio nelle tubazioni.
In previsione di un
abbassamento di temperatura sarebbe ideale anticipare l’entrata in funzione
dell’impianto alcune ore prima dell’arrivo del gelo, evitando così perdite di calore
dal terreno a vantaggio del microclima favorevole alla pianta.
L'umidità generata dal micropulsatore, nell'aria che sovrasta la superficie coltivata, limita le perdite di calore per irraggiamento dal suolo. Aria e terreno se saturi di umidità sono cattivi conduttori di calore. L'isolamento termico è vantaggioso per le coltivazioni.

Il passaggio di stato, da liquido a solido, dell’acqua
somministrata dal micropulsatore durante la gelata, produce calore .
Per ogni grado di temperatura perso dall’acqua viene rilasciata 1 caloria per grammo di acqua.
Per ogni grado di temperatura perso dall’acqua viene rilasciata 1 caloria per grammo di acqua.
Molto
importante evitare di interrompere l’erogazione dell’acqua fino a quando la
temperatura non risale nuovamente a due, tre gradi sopra lo zero. Se venisse
interrotta l’erogazione ,il ghiaccio comincerebbe ad assorbire calore dall’esterno
provocando il congelamento dei tessuti vegetali.
Continuando
a fornire costantemente acqua si crea uno strato sottile di liquido sulla
superficie. L’acqua della superficie congelando cede calore mitigando l’ambiente
esterno.
La
calotta di ghiaccio che avvolge gli organi della pianta, frutti e fiori, protegge
i tessuti dal congelamento. Si chiama "effetto igloo”, sotto lo strato di
ghiaccio la temperatura non scende al di sotto di zero gradi, quindi viene impedito il congelamento dei tessuti.
Questo sistema non provoca rotture di rami e di
organi delicati della pianta, frutti e fiori, per effetto dell’appesantimento,
non dilava gli elementi nutritivi del suolo e non genera condizioni di asfissia
radicale, per effetto dei bassi volumi di erogazione.
L’impianto è di facile istallazione e ha costi
di gestione modesti.
Per ottenere una buona copertura e garantire
una completa protezione, occorre ricorrere ad una densità minima di 1
erogatore ogni 25-30 m2.
I
micropulsatori vanno disposti ogni 5 metri massimo sulla fila e ogni 6 metri
massimo tra le file.
In
ogni caso è importante che ci sia sovrapposizione dei raggi di azione.
Quando l’impianto è in funzione oltre a creare un effetto protettivo sopra il campo, genera anche una chiusura perimetrale della parcella e quindi crea una barriera di protezione laterale.
Il sistema autocompensante consente di
distribuire uniformemente l’acqua in ogni punto del campo. Questo metodo è applicabile a tutte le
coltivazioni fruttiferi, agrumi e ortaggi.
Per info consulta sito web

CONSULTA FRESH PLAZA
Iscriviti a:
Post (Atom)