Nel
panorama dell'olivicoltura moderna, il modello superintensivo si sta
evolvendo per accogliere varietà autoctone italiane. Un esempio concreto di
questa tecnica è rappresentato dalla coltivazione della varietà Leccio del
Corno in un impianto giovane, osservato a circa 15 mesi dal trapianto.
Ecco
gli elementi fondamentali che caratterizzano la struttura e la gestione
agronomica di questo sistema:
L'Architettura
dell'Impianto
Per
sostenere la crescita verticale e fitta delle piante, è necessaria una
struttura solida composta da pali di testata, pali intermedi e ancore.
Il sistema di sostegno si basa su due linee di fili paralleli al terreno:
- il primo filo è posizionato a un'altezza di 90-100 cm;
- il secondo filo si trova a 190 cm da terra.
Crescita
e Dimensioni
Grazie
all'uso della fertirrigazione, le piante mostrano uno sviluppo rapido e
vigoroso. Nonostante la giovane età (15 mesi), l'altezza media degli olivi si
attesta già tra i 140 e i 150 cm, con le punte apicali che raggiungono e
talvolta superano i 160 cm.
Potatura
e Pulizia del Tronco
La
gestione della forma di allevamento, definita monoasse, richiede
interventi precisi nella parte bassa della pianta. Il tronco è stato
completamente ripulito dai polloni e dai rami laterali fino a un'altezza
di 50–55 cm.
Al di
sopra di questa quota, invece, i rami laterali non sono stati toccati,
permettendo alla vegetazione di svilupparsi liberamente.
La Tecnica di Tutoraggio
Per
garantire che l'asse centrale cresca dritto, viene utilizzata una canna come tutore
e si effettua una legatura costante. Il tronco viene assicurato al sostegno
circa ogni 20 cm; questa operazione deve essere ripetuta regolarmente
man mano che la pianta cresce oltre i due metri di altezza, accompagnando lo
sviluppo verso il secondo filo.
Immagina la cura di questo oliveto come l'applicazione di un apparecchio ortodontico: proprio come l'apparecchio guida i denti nella posizione corretta attraverso piccoli aggiustamenti costanti, le legature ogni 20 centimetri “educano” l’asse dell’olivo (monoasse) a crescere perfettamente dritto e verticale, impedendo deviazioni che comprometterebbero la struttura futura della pianta.
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Nota editoriale:
Contenuto
originale a cura dell’Agronomo Vito Vitelli, elaborato e ottimizzato con il
supporto di strumenti di intelligenza artificiale a fini divulgativi,
informativi e di valorizzazione tecnica.
Attività divulgativa svolta in collaborazione con:

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